AGOSTO, 2023: POPMed #19
Addentriamoci, insieme, nell'oceano della letteratura scientifica, per tornare alla fonte!
Ciao a tuttə, siamo Raffaele Avico, Francesco della Gatta e Andrea Pisano.
Benvenutə su POPMed. Di che si tratta?
Di una newsletter a cadenza bi-settimanale pensata per proporti 10 articoli scientifici su ricerche, studi che crediamo possano essere rilevanti per le scienze cliniche del mentale (psichiatria, psicologia clinica, neuroscienze, avanguardie di ricerca, salute mentale). Saranno spesso in lingua inglese e daremo priorità ad articoli ad elevato impatto scientifico (meta-analisi e review, ma anche RCT), tutti free: 9 di questi saranno incentrati su aspetti di avanguardia, ovvero sviluppi recenti della letteratura mentre 1 articolo si riferirà invece a una ricerca di impatto storico nell’area scientifica di interesse.
Come mai questo progetto?
Cosa significa per noi tornare alla fonte?
Significa innanzitutto proporre - e promuovere - una (in)formazione diretta, ma graduata: potrai entrare in contatto con la complessità della letteratura scientifica, ma non da solo. Nella newsletter si trovano infatti: una sinossi introduttiva a ciascun articolo, una serie di approfondimenti specifici, il link diretto agli articoli per poterli consultare. Vorremo quindi essere delle lenti attraverso cui potervi affacciare con sicurezza a uno scorcio della letteratura scientifica esistente.
Tornare alla fonte significa anche promuovere un giornalismo scientifico di qualità e orientato al reale della pratica clinica: tenteremo infatti di proporvi studi con una ricaduta diretta sulla dimensione professionale.
Che tu sia quindi unə giovane interessato alla macro-area della salute mentale o unə professionista della cura, confidiamo questo progetto possa essere per te!
Se vuoi, aiutaci a farci conoscere. Parla di POPMed e vienici a trovare su Instagram (@_popmed)! Ti aspettiamo per tornare, insieme, alla fonte!
Buona lettura amicə!
Un’ultima cosa, amicə!
Se hai voglia, facci sapere con un commento che ne pensi di POPMed.
Senza di te, tutto questo non sarebbe possibile.
Per noi, il tuo parere è importante.
1. La compulsione a dominare
É stata da poco pubblicato un articolo firmato da Bernardo Paoli (che avevamo qui intervistato) e Roberta Caterina Tanzi a proposito del narcisismo patologico, riletto come un disturbo incentrato sulla "compulsione alla dominanza", articolo molto "pratico" nei suoi risvolti psicoterapeutici.
Gli autori raccontano in breve il disturbo narcisistico per punti, e fanno una mini-review della letteratura psicoterapeutica inerente il trattamento dello stesso, di fatto proponendo le caratteristiche “universalmente note” a proposito del trattamento di questo paziente.
In seguito (e questa si configura come la parte più interessante dell’articolo) elencano alcune trappole facilmente incontrabili dal terapeuta nel suo lavoro con questo tipo di paziente, con spiegate le “soluzione alternative”. Tra queste, troviamo la “trappola n.7”: gli autori sottolineano come lavorare sulla regolazione e sul processamento emotivo possa essere difficoltoso e spesso prematuro con pazienti narcisistici: diversi studi hanno evidenziato deficit metacognitivi relativi alla propria emotività, cosa che porta gli autori a consigliare un cauto lavoro sempre in termini metacognitivi, a proposito delle ripercussioni delle proprie azioni sugli altri (lavorare non sul senso di colpa, ma sulla metacognizione e sulla lettura -all’interno della mente dell’altro- delle conseguenze dei propri comportamenti).
Di fatto, un articolo/compendio utile e maneggevole per il trattamento del disturbo narcisistico.
Eccovi l’articolo:
2. Leccare rospi
Torniamo a parlare brevemente di psichedelici.
Nell’immaginario collettivo relativo alla psichedelia, leccare i rospi ha sempre avuto un certo potere narrativo/evocativo. L’anno scorso è uscito un lungo articolo sulla farmacologia e sulle possibili applicazioni cliniche del composto 5-MeO-DMT, presente nel veleno del Bufo Alvarius, un rospo del Sud-America, e spesso inserito nel composto Ayahuasca. L’effetto viene descritto come molto potente, ma anche molto corto (massimo mezz’ora), caratterizzato da sensazioni di “dissoluzione dell’Io” (un effetto spesso ricercato dal popolo degli psiconauti) e sensazioni mistiche.
Per chi fosse interessato, questo articolo riporta la letteratura esistente a proposito degli effetti dell’uso di questo composto su diversi aspetti dell’umore, approfondendo poi gli effetti del suo utilizzo sulla neurobiologia del corpo. In seguito, gli autori si spingono a ipotizzare possibili usi clinici del composto 5-MeO-DMT, osservando come un suo utilizzo potrebbe essere meglio controllabile in senso clinico data la minore durata dei suoi effetti (circa mezz’ora, appunto).
Seppur il composto abbia acceso un interesse da parte di diverse aziende (per esempio questa: https://alvarius.com/), gli autori osservano come robusti studi quantitativi sembrino mancare, essendo la letteratura composta per ora da osservazioni qualitative a proposito di esperienze individuali (per esempio quelle contenute in questo volume: https://psychedelics.berkeley.edu/resources/the-toad-and-the-jaguar/).
Eccovi l’articolo: