APRILE, 2023: POPMed #11
Addentriamoci, insieme, nella giungla della letteratura scientifica, per tornare alla fonte!
Ciao a tuttə, siamo Raffaele Avico, Francesco della Gatta e Andrea Pisano.
Benvenutə su POPMed. Di che si tratta?
POPmed è una newsletter a cadenza bi-settimanale pensata per proporti 10 articoli scientifici a proposito di ricerche, studi che crediamo possano essere rilevanti per le scienze cliniche del mentale (psichiatria, psicologia clinica, neuroscienze, avanguardie di ricerca, salute mentale).
Saranno spesso in lingua inglese e daremo priorità ad articoli ad elevato impatto scientifico (meta-analisi e review, ma anche RCT), tutti free: 9 di questi saranno incentrati su aspetti di avanguardia, ovvero sviluppi recenti della letteratura, mentre un articolo (posto al fondo della newsletter) si riferirà invece a una ricerca di impatto storico nell’area scientifica di interesse.
Come mai questo progetto?
Cosa significa per noi tornare alla fonte?
Significa innanzitutto proporre - e promuovere - una (in)formazione diretta, ma graduata: potrai entrare in contatto con la complessità della letteratura scientifica, ma non da solo. Nella newsletter si trovano infatti: una sinossi introduttiva a ciascun articolo, una serie di approfondimenti specifici, il link diretto all’articolo per poterlo consultare.
Vorremmo quindi essere delle lenti attraverso cui trovare un affaccio su un dettaglio, uno scorcio, un contributo di valore nella letteratura scientifica esistente.
Tornare alla fonte significa anche promuovere un giornalismo scientifico di qualità e orientato al reale della pratica clinica: tenteremo di proporre studi con una ricaduta diretta sulla dimensione professionale.
Che tu sia quindi unə giovane interessatə alla macro-area della salute mentale o unə professionista della cura, confidiamo che questo progetto possa essere per te!
Se vuoi, aiutaci a farci conoscere. Parla di POPMed e vienici a trovare su Instagram (@_popmed)! Ti aspettiamo per tornare, insieme, alla fonte!
Buona lettura amicə!
1. Bambini e ingroup
Apriamo la newsletter di questo mese con un articolo di psicologia sociale. In questo lavoro approfondito e interessante, gli autori indagano in laboratorio la tendenza “naturale” di bambini di almeno 5 anni, a generalizzare le caratteristiche psicologiche e culturali del cosiddetto ingroup, ovvero il gruppo sociale di cui si fa parte. Nello studio, gli autori scoprono che esporre gli stessi bambini a un contesto maggiormente eterogeneo già dalla prima età scolare, riduce il rischio che si ripresenti la suddetta generalizzazione (“Our finding that children's ingroup bias can be changed just by a simple diversity priming raises the important issue of real-life intervention. In some parts of the world, attending an integrated or heterogenous school is not an option due to policy, economic, or social demographic reasons”). Questo ha ricadute dirette -per il personale scolastico- in termini di scelta nel comporre le classi, in modo più o meno eterogeneo in senso culturale, riducendo così il rischio che i bambini crescano vittime di bias cognitivi.
Eccovi l’articolo:
Diversity vs. ingroup: How children generalize for the common good
2. Sinestesia ticker tape!
Proseguiamo il nostro lavoro di esplorazione di materiale "d'avanguardia" in termini di ricerca scientifica, con un lavoro sul concetto di sinestesia, e in particolare su una tipologia rara di sinestesia, chiamata sinestesia ticker tape. La sinestesia è un fenomeno di contaminazione tra sfere sensoriali diverse, nel senso più ampio del termine. Quindi: ascoltare colori, vedere un suono (qui un recente intervento sul Post, e un approfondimento utile da wikipedia da cui ricaviamo un’indicazione di approfondimento utile per capire la neurobiologia della sinestesia, qui).
Tornando al tema prima accennato, i sinesteti di tipo "ticker tape" visualizzano le scene visive come sottotitolate, e la stessa cosa succede durante l’ascolto di un parlato registrato, il che potrebbe far pensare a processi visione/ascolto/lettura convergenti e “fusi” in modo problematico nell’esperienza di una persona, nella stesso momento. L’articolo che vi proponiamo, pubblicato su Cortex, approfondisce il fenomeno e lo interpreta come una forma rovesciata di lettura, un disordine neuropsicologico (o neurocognitivo) neanche troppo disturbante, generato dalla produzione di materiale visivo a partire dal suono (quindi sottotitoli a partire da immagini di persone che parlano, o file audio), quando nella normalità il processo è inverso (suono e senso procurato dalla lettura di parole scritte).
Eccovi l’articolo: