Ciao a tuttə, siamo Raffaele Avico, Francesco della Gatta e Andrea Pisano.
Benvenutə su POPMed. Di che si tratta?
Di una newsletter a cadenza bi-settimanale pensata per proporti 10 articoli scientifici su ricerche, studi che crediamo possano essere rilevanti per le scienze cliniche del mentale (psichiatria, psicologia clinica, neuroscienze, avanguardie di ricerca, salute mentale). Saranno spesso in lingua inglese e daremo priorità ad articoli ad elevato impatto scientifico(meta-analisi e review, ma anche RCT), tutti free: 9 di questi saranno incentrati su aspetti di avanguardia, ovvero sviluppi recenti della letteratura mentre 1 articolo si riferirà invece a una ricerca di impatto storico nell’area scientifica di interesse.
Come mai questo progetto?
Cosa significa per noi tornare alla fonte?
Significa innanzitutto proporre - e promuovere - una (in)formazione diretta, ma graduata: potrai entrare in contatto con la complessità della letteratura scientifica, ma non da solo. Nella newsletter si trovano infatti: una sinossi introduttiva a ciascun articolo, una serie di approfondimenti specifici, il link diretto agli articoli per poterli consultare. Vorremo quindi essere delle lenti attraverso cui potervi affacciare con sicurezza a uno scorcio della letteratura scientifica esistente.
Tornare alla fonte significa anche promuovere un giornalismo scientifico di qualità e orientato al reale della pratica clinica: tenteremo infatti di proporvi studi con una ricaduta diretta sulla dimensione professionale.
Che tu sia quindi unə giovane interessato alla macro-area della salute mentale o unə professionista della cura, confidiamo questo progetto possa essere per te!
Se vuoi, aiutaci a farci conoscere. Parla di POPMed e vienici a trovare su Instagram (@_popmed)! Ti aspettiamo per tornare, insieme, alla fonte!
Buona lettura amicə!
1.
Dati recenti suggeriscono che sostenere la genitorialità di individui ansiosi o trattare la depressione dei genitori, è associato a maggiori livelli di benessere psicologico per i loro figli. Considerando gli alti tassi di prevalenza di ansia nei bambini, e che il suicidio è la prima causa di morte tra i 15 e i 19 anni (qui trovi un approfondimento a cura dell’UNICEF), questo gruppo di ricerca dal Regno Unito ha cercato di capire cosa succede alla salute mentale dei bambini quando l'ansia dei loro genitori è posta a trattamento. I figli di genitori ansiosi corrono un rischio maggiore di sviluppare un proprio disturbo d'ansia, ma ricerche promettenti indicano che lavorare sui comportamenti genitoriali può ridurre il rischio di trasmissione intergenerazionale dell'ansia. Qui puoi trovare un ulteriore piccolo approfondimento sulla salute mentale in età evolutiva a cura del Ministero della Salute. Dopo la revisione sistematica di 2137 articoli, gli autori concludono che la ricerca sugli interventi mirati all'ansia degli adulti non tiene conto dei potenziali benefici che il trattamento può avere sui figli a carico. Si tratta di un'occasione persa per valutare un potenziale mezzo di sostegno per i bambini notoriamente a rischio di ansia e potenziali patologie psichiatriche future. La valutazione degli interventi psicologici per l'ansia degli adulti dovrebbe prendere in considerazione l'inclusione degli esiti di salute mentale sia degli adulti che dei bambini per determinare i potenziali effetti preventivi. Trovi qui l’articolo: The impact of treating parental anxiety on children’s mental health: An empty systematic review
2.
Un ampio divario di genere appare nella fragilità della salute mentale durante l'adolescenza, con tassi più elevati di criticità nelle ragazze rispetto ai ragazzi. Le donne e le ragazze hanno tassi più elevati di depressione, ansia e autolesionismo rispetto a uomini e ragazzi dall'adolescenza in poi. Quanto questo disagio sia legato ed innescato da domini specifici è da anni oggetto di ricerca e, gli autori dello studio che segue, pubblicato sulla rivista The Lancet, hanno mirato a stimare in modo specifico gli effetti della violenza sessuale vissuta a metà dell'adolescenza sugli esiti della salute mentale. Qui un approfondimento a cura del Dipartimento per le politiche della famiglia in tema di prevenzione e contrasto alla violenza sui minori. In questo studio longitudinale sono stati inclusi 5119 ragazze e 4852 ragazzi nel Regno Unito con storie di violenze subite. I risultati mostrano che la violenza sessuale era associata a un maggiore disagio psicologico medio nelle ragazze e nei ragazzi, maggiore rischio di elevato disagio psicologico nelle ragazze e con un rischio più elevato di autolesionismo. Le stime finali suggeriscono che, in uno scenario ipotetico senza violenza sessuale, la prevalenza di esiti negativi sulla salute mentale all'età di 17 anni sarebbe inferiore del 3,7–10,5% nei ragazzi e del 14,0–18,7% nelle ragazze. Si rende sempre più urgente la riduzione della violenza sessuale, attraverso cambiamenti politici e sociali: questo gioverebbe alla salute mentale degli adolescenti e potrebbe contribuire a ridurre il divario di genere nell'insorgenza della malattia mentale. I medici e gli altri operatori che lavorano per supportare gli adolescenti dovrebbero essere consapevoli che la violenza sessuale e di genere ha una natura diffusa e un impatto considerevole sulla salute mentale. Trovi qui l’articolo: The impact of sexual violence in mid-adolescence on mental health: a UK population-based longitudinal study