GIUGNO, 2023: POPMed #16
Addentriamoci, insieme, nella giungla della letteratura scientifica, per tornare alla fonte!
Ciao a tuttə, siamo Raffaele Avico, Francesco della Gatta e Andrea Pisano.
Benvenutə su POPMed. Di che si tratta?
Di una newsletter a cadenza bi-settimanale pensata per proporti 10 articoli scientifici su ricerche, studi che crediamo possano essere rilevanti per le scienze cliniche del mentale (psichiatria, psicologia clinica, neuroscienze, avanguardie di ricerca, salute mentale). Saranno spesso in lingua inglese e daremo priorità ad articoli ad elevato impatto scientifico (meta-analisi e review, ma anche RCT), tutti free: 9 di questi saranno incentrati su aspetti di avanguardia, ovvero sviluppi recenti della letteratura mentre 1 articolo si riferirà invece a una ricerca di impatto storico nell’area scientifica di interesse.
Come mai questo progetto?
Cosa significa per noi tornare alla fonte?
Significa innanzitutto proporre - e promuovere - una (in)formazione diretta, ma graduata: potrai entrare in contatto con la complessità della letteratura scientifica, ma non da solo. Nella newsletter si trovano infatti: una sinossi introduttiva a ciascun articolo, una serie di approfondimenti specifici, il link diretto agli articoli per poterli consultare. Vorremo quindi essere delle lenti attraverso cui potervi affacciare con sicurezza a uno scorcio della letteratura scientifica esistente.
Tornare alla fonte significa anche promuovere un giornalismo scientifico di qualità e orientato al reale della pratica clinica: tenteremo infatti di proporvi studi con una ricaduta diretta sulla dimensione professionale.
Che tu sia quindi unə giovane interessato alla macro-area della salute mentale o unə professionista della cura, confidiamo questo progetto possa essere per te!
Se vuoi, aiutaci a farci conoscere. Parla di POPMed e vienici a trovare su Instagram (@_popmed)! Ti aspettiamo per tornare, insieme, alla fonte!
Buona lettura amicə!
1. Dalle teorie umorali alla terapia morale, una storia psichiatrica.
La psichiatria occidentale è emersa come specialità medica che si prende cura dei malati di mente tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo. Questo emergere è stato un processo contingente, dipendente dalla co-occorrenza di tre sviluppi storici che insieme hanno plasmato la giovane disciplina. Il primo è stato il sorgere della mente come entità nello spazio concettuale tra il corpo e l'anima cristiana. Solo nella seconda metà del XVIII secolo era comune concettualizzare condizioni come la mania o la malinconia come malattie mentali. Il secondo progresso fondamentale per lo status di proto-specialità della psichiatria, con la sua crescente attenzione a una comprensione meccanicistica della malattia, è stato il rifiuto delle teorie umorali come eziopatogenesi della follia a favore del cervello e dei nervi hotspot della follia. Il terzo sviluppo fu l'ascesa del manicomio. Qui trovi un’intervista ad Umberto Galimberti su psichiatria e pazzia. Solo in istituzioni dedicate i dottori potevano essere esposti a un gran numero di pazzi, consentendo lo sviluppo di un vocabolario clinico specializzato fondato sulle facoltà mentali, che ha portato a nuovi sistemi nosologici. Il declino della medicina umorale, con le sue purghe, emorragie ed emetici, e l'urgente necessità clinica di cura produssero, nei primi manicomi, il primo nuovo trattamento della giovane specialità: la terapia morale. Gli autori raccontano questa storia concentrandosi principalmente sul lavoro di cinque filosofi e medici: Descartes, Willis, Locke, Boerhaave, de Sauvages e Cullen. Nel corso della sua storia, la psichiatria ha lottato con i suoi obiettivi a volte disgiunti di comprendere sia la mente che il cervello, con sforzi alternati per espellere l’uno o l’altro di questi compiti dalla professione. Una prospettiva storica dimostra che la psichiatria è una professione indissolubilmente legata a questi due progetti contrastanti - e, anzi, costituita congiuntamente da essi.
Eccovi l’articolo:
2. Neuromodulare, ok ma funziona?
L'ansia patologica è responsabile delle principali menomazioni funzionali e della resistenza ai trattamenti convenzionali nei disturbi d'ansia (AD), nel disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e nel disturbo depressivo maggiore (MDD). Da alcuni anni, sebbene le terapie di neuromodulazione focale come la stimolazione magnetica transcranica (TMS), la stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS) e la stimolazione cerebrale profonda (DBS) siano in fase di sviluppo per trattare questi disturbi, i risultati di efficacia clinica sono poco chiari. Nella review che segue, gli autori hanno eseguito una revisione sistematica dimensionale e una meta-analisi per valutare l'evidenza dell'efficacia di TMS, tDCS e DBS nel ridurre i sintomi di ansia tra AD, PTSD e MDD. I risultati mostrano che gli interventi di modulazione dell'attività cerebrale focale sono stati associati a una maggiore riduzione dei livelli di ansia rispetto ai controlli. Le analisi dei sottogruppi hanno rivelato effetti positivi per la TMS in tutti i disturbi e della neuromodulazione focale nel disturbo d'ansia generalizzato e nel disturbo da stress post-traumatico da stress. I tassi di risposte cliniche e di remissione erano più alti nelle condizioni attive. Tuttavia, il rischio di bias era elevato nella maggior parte degli studi esaminati, e ciò rende le prove a nostra disposizione di qualità moderata per l'efficacia della neuromodulazione nel trattamento dell'ansia patologica.
Eccovi l’articolo: