OTTOBRE 2023, POPMed #24
Addentriamoci, insieme, nella giungla della letteratura scientifica, per tornare alla fonte!
Ciao a tuttə, siamo Raffaele Avico, Francesco della Gatta e Andrea Pisano.
Benvenutə su POPMed. Di che si tratta?
POPmed è una newsletter a cadenza bi-settimanale pensata per proporti 10 articoli scientifici a proposito di ricerche, studi che crediamo possano essere rilevanti per le scienze cliniche del mentale (psichiatria, psicologia clinica, neuroscienze, avanguardie di ricerca, salute mentale).
Saranno spesso in lingua inglese e daremo priorità ad articoli ad elevato impatto scientifico (meta-analisi e review, ma anche RCT), tutti free: 9 di questi saranno incentrati su aspetti di avanguardia, ovvero sviluppi recenti della letteratura, mentre un articolo (posto al fondo della newsletter) si riferirà invece a una ricerca di impatto storico nell’area scientifica di interesse.
Come mai questo progetto?
Cosa significa per noi tornare alla fonte?
Significa innanzitutto proporre - e promuovere - una (in)formazione diretta, ma graduata: potrai entrare in contatto con la complessità della letteratura scientifica, ma non da solo. Nella newsletter si trovano infatti: una sinossi introduttiva a ciascun articolo, una serie di approfondimenti specifici, il link diretto all’articolo per poterlo consultare.
Vorremmo quindi essere delle lenti attraverso cui trovare un affaccio su un dettaglio, uno scorcio, un contributo di valore nella letteratura scientifica esistente.
Tornare alla fonte significa anche promuovere un giornalismo scientifico di qualità e orientato al reale della pratica clinica: tenteremo di proporre studi con una ricaduta diretta sulla dimensione professionale.
Che tu sia quindi unə giovane interessatə alla macro-area della salute mentale o unə professionista della cura, confidiamo che questo progetto possa essere per te!
Se vuoi, aiutaci a farci conoscere. Parla di POPMed e vienici a trovare su Instagram (@_popmed)! Ti aspettiamo per tornare, insieme, alla fonte!
Buona lettura amicə!
Un’ultima cosa, amicə!
Se hai voglia, facci sapere con un commento che ne pensi di POPMed.
Senza di te, tutto questo non sarebbe possibile.
Per noi, il tuo parere è importante.
1. Scegliere di farla finita perché discriminati, già..
DI tassi di suicidio tra i giovani appartenenti a minoranze etniche (cioè giovani di colore) raggiungono il picco prima dei 30 anni e in questa fascia di età sono state identificate notevoli disparità nell’accesso ai servizi di salute mentale. Tuttavia, le strategie di prevenzione del suicidio devono ancora affrontare pienamente il razzismo strutturale come meccanismo che produce disparità di rischio, fattori protettivi e accesso a interventi efficaci e di qualità per i giovani di colore. Un simile approccio è fondamentale per fornire un’assistenza sanitaria mentale più rispondente al contesto culturale. Qui puoi trovare la breve storia di Seid Visin, giovane talento del pallone suicida a 20 anni, più volte aveva denunciato il clima di razzismo che respirava quotidianamente. Attraverso un modello socio-ecologico, gli autori della ricerca che segue propongono il quadro dei sistemi di prevenzione del razzismo strutturale e del suicidio e illustrano i percorsi attraverso i quali il razzismo strutturale influisce sulla prevenzione del suicidio e sull’intervento per i giovani di colore negli Stati Uniti. D’altra parte, noi europei ci siamo già passati non troppo tempo fa, qui puoi trovare un articolo sulla storia dell'editore che si suicidò contro le leggi razziali, Angelo Fortunato Formiggini, che nel 1938 si gettò dalla torre della Ghirlandina. Gli autori contestualizzano l’impatto del razzismo strutturale in tre contesti chiave in cui avviene la prevenzione del suicidio giovanile: servizi di salute mentale, scuole e l’interfaccia tra assistenza di crisi e forze dell’ordine. Propongono quindi raccomandazioni per affrontare il razzismo strutturale nella prevenzione del suicidio, compresi interventi a livello macro per migliorare le condizioni sociali, strategie di ricerca per fornire soluzioni strutturali, approcci formativi per affrontare il razzismo istituzionale e approcci clinici per affrontare l’impatto del razzismo e del trauma razziale sulla popolazione.
Eccovi l’articolo:
Structural Racism and Suicide Prevention for Ethnoracially Minoritized Youth: A Conceptual Framework and Illustration Across Systems
2. Eziologia di un complotto
Le teorie del complotto abbondano nel discorso sociale e politico, con gravi conseguenze per individui, gruppi e società. Tuttavia, gli scienziati psicologici hanno iniziato a prestare loro molta attenzione solo negli ultimi 20 anni. Gli autori di questo articolo esaminano gli spettacolari progressi che sono stati compiuti da allora e alcuni dei limiti della ricerca finora, e considerano le prospettive di ulteriori progressi. A tal fine, fanno un passo indietro per analizzare le caratteristiche distintive che rendono le teorie del complotto diverse per natura dalle altre credenze e diverse per grado l’una dall’altra. Considerano come queste caratteristiche determinino l’adozione, le conseguenze e la trasmissione della fede nelle teorie del complotto, anche se il loro ruolo come variabili causali o moderatrici è stato raramente esaminato. Sostengono quindi un programma di ricerca nello studio delle teorie del complotto che inizi – come è routine in campi come la virologia e la tossicologia – con una solida analisi descrittiva dell’ontologia dell’entità al suo centro. Ad esempio, durante la pandemia di COVID-19, i social media erano pieni di teorie cospirative sull’origine, la diffusione e il trattamento del virus. Una teoria del complotto sosteneva che il virus fosse stato deliberatamente prodotto in un laboratorio cinese per dichiarare guerra all’Occidente. Un’altra ha avanzato l'idea che fosse tutta una bufala. All’inizio del 2022, una teoria del complotto sosteneva che esistessero laboratori statunitensi di armi chimiche in Ucraina, e un’altra teoria del complotto avanzava la tesi secondo cui la guerra in Ucraina era stata iniziata deliberatamente da miliardari mentre preparavano un nuovo virus da scatenare nel mondo. Teorie del complotto come queste – qui trovi quelle che sono state indicate come le 10 teorie più assurde che circolano in rete – abbondano nel discorso sociale e politico. Tuttavia, anche se sono più visibili grazie ai progressi della tecnologia della comunicazione, non sono un fenomeno nuovo. Ad esempio, nei decenni precedenti le teorie del complotto sostenevano che Diana, principessa del Galles, fosse stata assassinata dai servizi segreti britannici; che gli attacchi dell'11 settembre furono un lavoro interno; e che gli sbarchi sulla Luna del programma Apollo erano una bufala. Le teorie del complotto sono quindi sempre state con noi. Qui una divertente clip di BarbascuraX sulle ipotesi di gomblodo.
Eccovi l’articolo: