SETTEMBRE 2023, POPMed #21
Addentriamoci, insieme, nell'oceano della letteratura scientifica, per tornare alla fonte!
Ciao a tuttə, siamo Raffaele Avico, Francesco della Gatta e Andrea Pisano.
Benvenutə su POPMed. Di che si tratta?
POPmed è una newsletter a cadenza bi-settimanale pensata per proporti 10 articoli scientifici a proposito di ricerche, studi che crediamo possano essere rilevanti per le scienze cliniche del mentale (psichiatria, psicologia clinica, neuroscienze, avanguardie di ricerca, salute mentale).
Saranno spesso in lingua inglese e daremo priorità ad articoli ad elevato impatto scientifico (meta-analisi e review, ma anche RCT), tutti free: 9 di questi saranno incentrati su aspetti di avanguardia, ovvero sviluppi recenti della letteratura, mentre un articolo (posto al fondo della newsletter) si riferirà invece a una ricerca di impatto storico nell’area scientifica di interesse.
Come mai questo progetto?
Cosa significa per noi tornare alla fonte?
Significa innanzitutto proporre - e promuovere - una (in)formazione diretta, ma graduata: potrai entrare in contatto con la complessità della letteratura scientifica, ma non da solo. Nella newsletter si trovano infatti: una sinossi introduttiva a ciascun articolo, una serie di approfondimenti specifici, il link diretto all’articolo per poterlo consultare.
Vorremmo quindi essere delle lenti attraverso cui trovare un affaccio su un dettaglio, uno scorcio, un contributo di valore nella letteratura scientifica esistente.
Tornare alla fonte significa anche promuovere un giornalismo scientifico di qualità e orientato al reale della pratica clinica: tenteremo di proporre studi con una ricaduta diretta sulla dimensione professionale.
Che tu sia quindi unə giovane interessatə alla macro-area della salute mentale o unə professionista della cura, confidiamo che questo progetto possa essere per te!
Se vuoi, aiutaci a farci conoscere. Parla di POPMed e vienici a trovare su Instagram (@_popmed)! Ti aspettiamo per tornare, insieme, alla fonte!
Buona lettura amicə!
Un’ultima cosa, amicə!
Se hai voglia, facci sapere con un commento che ne pensi di POPMed.
Senza di te, tutto questo non sarebbe possibile.
Per noi, il tuo parere è importante.
1. Nuove evidenze sulla terapia espositiva
Emiliano Toso ha di recente pubblicato questo articolo che vi proponiamo, in free-download dal sito di Fioriti Editore. Toso da anni studia il tema dell'esposizione in psicoterapia, ed è di recente pubblicazione una sua intervista sul blog Il Foglio Psichiatrico (qui). In questo articolo, pionieristico come da titolo, in primo luogo osserva come esista un cambio di paradigma in atto, parlando di esposizione (dall’idea di “abituazione” al concetto di apprendimento inibitorio, promosso in primis da Michelle Craske). Quindi affonda sul metodo psicoterapeutico fornendo alcuni spunti pratici, basati su osservazioni estrapolate dalla ricerca sui fattori intrinseci al soggetto ed estrinseci, favorenti o meno l’apprendimento inibitorio stesso (esempio: “Per ovviare a tale ostacolo le sedute di terapia espositiva dovrebbero essere eseguite in ambienti diversi come, ad esempio, da soli o in compagnia, nello studio del terapeuta e in luoghi differenti, variando le ore del giorno o i giorni della settimana”). Toso cita anche la qualità del sonno, lo stato del microbiota intestinale, l'attività fisica da farsi in concomitanza con l'estinzione stessa, il tutto supportato da evidenze scientifiche a corroborare i prima citati “consigli”.
Eccovi l’articolo:
2. Il parlamento interiore
Il concetto di Sé Dialogico è un concetto estremamente interessante, che merita un approfondimento.
La letteratura sul trauma ci ha istruiti al “lavoro sulle parti", usato in psicoterapia nel tentativo di promuovere una maggiore integrazione psicologica. In quest’ultimo caso ci troviamo però nella macroarea della psicotraumatologia, che da tempo si è emancipata dalle altre aree di ricerca psicologico/psicoterapeutica, divenendo qualcosa a sé stante, un contenitore ”nuovo”. Il Sé Dialogico invece, lo prendiamo dalla letteratura di taglio psicodinamico, e in questo articolo che proponiamo troviamo -oltre all’autore ricordato per averlo concepito, Hubert Hermans- anche Giancarlo Di Maggio, di cui abbiamo spesso parlato qui su Popmed.
Non parliamo qui di trauma quanto di Sé come concetto più vasto e slegato da aspetti necessariamente clinici. Il Sé viene raccontato qui come un oggetto costruito attraverso, per mezzo di un dialogo, grazie a una polifonia di voci che si alternano. Gli autori ci raccontano, in questa prefazione, di un Sé popolato da individui introiettati, che vanno a costruire le voci attraverso cui il pensiero si esprimerà, e di come lo o la psicoterapeuta possa diventare una di queste voci nel corso del processo di psicoterapia. In estrema sintesi, viene qui ben discusso di come il piano inter-mentale possa contaminare, e influenzare (sia in positivo che in negativo) il piano intra-mentale. Qui troviamo un interessante e utile PDF che sintetizza per punti i concetti principali a riguardo di questa teoria. Vi leggiamo sintetizzati i diversi assunti a riguardo del Sè Dialogico: 1) molteplicità, 2) agentività delle diverse sotto-parti, con emozioni e rappresentazioni del corpo diverse. Vengono inoltre riportati in questo PDF alcuni interessanti studi sul tema di come l’interazione madre-bambino riesca a produrre una modificazione, nel corso della crescita, della qualità della memoria autobiografica (per approfondire: https://www.stateofmind.it/2023/02/memoria-autobiografica-bambino/), che andrebbero a confermare l’ipotesi di parti/modalità “introiettate” prima citata. Parlando di parti del Sé, viene giustamente osservato come tra le varie forme psicopatologiche, il “classico” Disturbo Dissociativo dell’Identità (raro, in ogni caso) sia caratterizzato da un’assenza totale di dialogo tra le parti, cosa che appunto invece succede negli individui “sani” .
Eccovi l’articolo: