MAGGIO 2024: POPMed #33
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1. Cuore nero: narcisismo e violenza domestica.
La violenza domestica può assumere diverse forme: quella fisica, maggiormente riconosciuta poiché lascia segni sul corpo, quella sessuale, spesso presente ma non riconosciuta quando agita da un partner intimo, e quella psicologica, più subdola e complessa da riconoscere. La stima rilevata dall’ultima indagine Istat indica per l’Italia una percentuale pari al 31,5%. In sostanza, sia a livello globale che in Italia, una donna su tre subisce violenza almeno una volta nella vita. Qui puoi trovare un interessante approfondimento sul tema violenza domestica a cura di #savethechildren. Ma cosa accade tra le mura di casa e perché? La revisione che segue mirava a esaminare la relazione tra la perpetrazione di violenza da parte del partner (IPV) e i tratti di narcisismo, e se la forza di questa relazione differisce a seconda del tipo di narcisismo (grandioso o vulnerabile), del tipo di violenza perpetrata o del genere dell'autore del reato.
Ventidue studi che includevano 11.520 partecipanti sono stati esaminati rivelando una relazione significativa tra narcisismo e perpetrata violenza nei rapporti intimi, indicando che i soggetti con tratti narcisistici sono più inclini a comportamenti violenti nei confronti del partner. Di narcisismo ne abbiamo parlato diverse volte, recupera qui la lettura gratuita della newsletter di dicembre, troverai un focus sull’empatia in questo disturbo di personalità. Tornando al paper, questa associazione è stata riscontrata in una varietà di contesti e tipologie di popolazioni, sottolineando la robustezza e la generalizzabilità del fenomeno. Nello specifico, le analisi dei sottogruppi hanno rivelato che la perpetrazione fisica dell'IPV non era significativamente correlata al tratto narcisistico mentre la perpetrazione dell'IPV informatico e psicologico era significativamente correlata al tratto narcisistico. Non è stata riscontrata alcuna differenza significativa nella forza della relazione con la perpetrazione dell'IPV tra maschi e femmine. Inoltre, la relazione tra narcisismo di tratto e perpetrazione di IPV era significativamente maggiore per il narcisismo vulnerabile rispetto al narcisismo grandioso. Se ti stai chiedendo che differenza c’è allora leggiti questo articolo dedicato.
In conclusione, la rilevanza dei risultati consiste nell'evidenziare il ruolo del narcisismo come fattore di rischio per la violenza nei rapporti intimi, fornendo preziose informazioni per la comprensione e la prevenzione di questo fenomeno. Questi risultati hanno importanti implicazioni per la pratica clinica, poiché sottolineano l'importanza, per i professionisti della salute mentale e gli operatori che lavorano con individui coinvolti in relazioni violente, di considerare i tratti narcisistici nei protocolli di valutazione e intervento per la violenza domestica. Identificare e comprendere il ruolo del narcisismo nella dinamica della violenza domestica può guidare gli interventi terapeutici mirati a promuovere una maggiore consapevolezza, responsabilità e cambiamento comportamentale nei perpetratori.
Eccovi l’articolo:
Narcissism and Intimate Partner Violence: A Systematic Review and Meta-Analysis.
2. Sangue e lacrime: il ciclo mestruale e l'ombra del suicidio.
Pochissimi giorni fa è stato pubblicato un editoriale sull’American Journal of Psychiatry in cui un gruppo di ricercatori descrive i risultati di uno studio che mostra che l'ideazione e la pianificazione suicidaria variano in modo dipendente dalla fase del ciclo mestruale in concomitanza con molti sintomi affettivi. Ti ci eri mai interrogato o pensavi di sapere già tutto a riguardo e risolvere ogni dubbio con la potente e diffusa credenza “ha le sue cose“?!? Prenditi 5 minuti allora e continua a leggere, l'articolo stimola una serie di chirurgiche domande, tipo: perché dovremmo pensare che l'ideazione suicidaria, la pianificazione suicidaria e i sintomi affettivi siano correlati alla fase del ciclo mestruale? Gli ormoni riproduttivi svolgono un ruolo causale nei sintomi comportamentali correlati al ciclo mestruale? Il ciclo mestruale diminuisce la soglia per l'ideazione e la pianificazione suicidaria, e in che modo potrebbe influenzarne l'emergere?
Pensate che quasi 180 anni fa von Feuchtersleben notava che “il ciclo mestruale nelle donne sensibili è quasi sempre accompagnato da disagio mentale, irritabilità o tristezza”. Questa osservazione ha contribuito a introdurre due idee critiche: il ciclo mestruale (e non l'utero, come per Ippocrate) potrebbe essere un modulatore del comportamento, e alcuni fattori hanno generato la suscettibilità ad aumentare la probabilità di disturbi comportamentali in una fase specifica del ciclo mestruale. Diversi anni dopo (1953) Greene e Dalton pubblicano l’articolo "La sindrome premestruale", descrivendo oltre 100 sintomi come parte della sindrome premestruale (PMS), e riferendo che il 53% dei suicidi avviene durante questi 8 giorni del ciclo. Qui puoi trovare un rapido ed interessante approfondimento sulla sindrome premestruale super recente. Sebbene siano state generate molte ipotesi esplicative, i potenziali mediatori dei sintomi osservati nella sindrome premestruale sono rimasti sconosciuti. L’anno prima che apparisse l’articolo di Dalton del 1953, l’APA pubblicò il DSM-I, il primo tentativo nella psichiatria statunitense di seguire il modello Kraepeliniano di categorizzazione delle malattie psichiatriche. Gli studi sulla sindrome premestruale non hanno beneficiato immediatamente di questi sforzi e sarebbero passati più di 60 anni prima che la sindrome premestruale sotto forma di disturbo disforico premestruale (PMDD) fosse ufficialmente inclusa nel DSM-5.
Utilizzando un approccio metodologico rigoroso, il lavoro si avvale di una revisione sistematica della letteratura scientifica e analizza i dati disponibili per determinare se esiste un'associazione significativa tra fasi specifiche del ciclo mestruale e il comportamento suicidario nelle donne. I risultati della ricerca indicano che vi potrebbe essere un'associazione tra alcune fasi specifiche del ciclo mestruale e un aumento del rischio di suicidio nelle donne. Ad esempio, l’ideazione e la pianificazione suicidaria potrebbero essere più probabili se l’irritabilità conseguente al disagio dei sintomi somatici premestruali portasse a interazioni interpersonali irritabili. In tal caso, gli steroidi gonadici sarebbero coinvolti nella mediazione dell’ideazione e della pianificazione suicidaria attraverso effetti collaterali somatici. Tuttavia, la natura e l'entità di questa associazione possono variare in base a diversi fattori, come l'età, la storia clinica e altri fattori di rischio psicosociali. Inoltre, dal paper si evincono rilevanti implicazioni cliniche in quanto i dati riportati possono essere utili per sviluppare strategie di prevenzione e intervento mirate a ridurre il rischio di suicidio nelle donne in determinate fasi del ciclo mestruale, consentendo una gestione più personalizzata e mirata dei pazienti.
Eccovi l’articolo:
Suicide and the Menstrual Cycle.