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POPMed Talks #7: Francesco Sena
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POPMed Talks #7: Francesco Sena

A proposito di arte e arteterapia, Art Brut e disagio psichico

Francesco Sena è un artista contemporaneo con una lunga esperienza alle spalle in ambito di lavoro con pazienti psichiatrici e una vasta conoscenza in termini di storia e attualità della cosiddetta arte irregolare (Art Brut o Outsider Art). 

In questa intervista ci ha parlato del suo lavoro per struttura psichiatrica Il Porto di Moncalieri, della sua idea di lavoro con l’utenza psichiatrica, dell’importanza del “fare” arte senza troppo vincolarsi ai dettami -a volte rigidi- dell’arte terapia, e dei progetti che attualmente segue (come la galleria GliAcrobati di Torino).

Meritano un approfondimento alcuni degli spunti che Sena ci ha fornito nel corso dell’intervista, tra cui:

La comunità terapeutica Il Porto ha negli anni contribuito alla diffusione delle opere generate dall’atelier aperto da Sena, attraverso diverse mostre aperte per lo più sul territorio torinese. 

Dal catalogo pubblicato in occasione di una di queste (“Malamente”, la cui copertina alleghiamo qui sopra), estraiamo queste indicazioni scritte da Metello Corulli (fondatore del Porto insieme a Raffaella Bortino) sui “luoghi” da visitare per introdursi al tema “art brut”. 

Corulli teneva in grande considerazione l'importanza di dotarsi di strumenti di simbolizzazione artistico/espressiva, al fine di meglio elaborare il disagio psichico.

Scrive (indicando luoghi da visitare): 

  1. Collezione Prinzhorn presso la Clinica psichiatrica dell'Università di Heidelberg

    La Collezione conserva un patrimonio di dipinti ed opere realizzate da pazienti di ospedali psichiatrici tra 1°800 ed il 900, messa a punto dallo storico dell'arte e medico presso l'istituto di psichiatria dell'Università di Heidelberg, Hans Prinzhorn ( 1886 - 1933 ) tra il 1919 ed il 1921.
    La raccolta comprende circa 5.000 pezzi, prevalentemente disegnati a matita e pastello, ma anche dipinti con colori ad acqua ed a olio, lavori su tessuti, collage, testi scritti e sculture in legno. Si possono ammirare le espressioni artistiche di 435 pazienti/artisti di tutte le età, classi sociali e professioni, tra cui 80 donne, ricoverati con la diagnosi prevalente di "schizofrenia" in istituti psichiatrici della Germania, Svizzera ed Austria. Anche Italia ha contribuito alla collezione con opere provenienti da l'Aquila, Ceccano e da Roma. La collezione divenne subito nota tra gli artisti delle avanguardie: Paul Klee, Kubin, Max Ernst…

  2. Museo Waldau a Berna, fondato dal dr. Morghentaler per i lavori dei suoi pazienti.

    Paul Klee è stato tra i primi artisti ad accordare valore creativo a queste opere. Nel 1912, nei suoi Diari - tra i primi visitatori del museo - scrive "nell'arte si può ricominciare da capo [...] Anche i bambini conoscono l'arte e vi mettono molta saggezza! Quanto più sono maldestri, tanto più ci offrono esempi istruttivi .... Fenomeni analoghi sono le creazioni dei malati di mente: sarebbe un insulto parlare in questi casi di ingenuità o di pazzia...

    Adolf Wolfli, considerato fra i più importanti artisti storici, ha vissuto 35 anni nella Clinica psichiatrica di Waldau

  3. Ospedale Psichiatrico Maria Gugging, Casa degli artisti, Klosterneuburg, (circa 20 km da Vienna ).

    Nel 1981 Leo Navratil giovane laureato ha aperto un padiglione all'interno dell'ospedale psichiatrico. Inizialmente egli riteneva che la produzione artistica di alcuni suoi pazienti (disegni, dipinti, sculture) potesse essere utilizzata a fini diagnostici e terapeutici; ben presto propende nel ritenere una modalita di espressione emozionale: La Galerie Nachst St. Stephen, una delle più importanti gallerie di Vienna ha ospitato la prima mostra degli "artisti del Gugging" Attualmente i loro lavori sono esposti in 180 musei in tutto il mondo e contesi da collezionisti privati.

    Attualmente la casa degli artisti è diretta dal Dr. Johann Feillacher.

    Ognuno degli ospiti che vi è stato ricoverato ha lasciato la propria impronta sui muri esterni e nelle stanze interne, che sono stati affrescati a più riprese.

  4. Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino

    Fondato nel 1923 da Giovanni Marro (1875 - 1952), ex Direttore dell'Ospedale Psichiatrico di Coregno, e fondatore dell'istituto di Antropologia dell'Ateneo Torinese, archeologo nelle campagne di scavi in Egitto.

    II Museo raccoglie numerose opere dei pazienti dell'Ospedale Psichiatrico di inizio secolo, tra cui un capolavoro dell'arte irregolare: Francesco Toris, brigadiere dei carabinieri, ricoverato con la diagnosi di paranoia, compie una imponente scultura di centinaia di ossa nell'arco di cinque anni, ossa provenienti dai pranzi della mensa, finemente cesellate in figure fantastiche e decorazioni, assemblate assieme. Per anni lo psichiatra chiede al paziente un qualche significato fino a quando Francesco, in una lettera, scrive: la rappresentazione del nuovo mondo.

  5. Collezione de l'Art Brut, Losanna

    La ricerca iniziata nel 1945 da Jean Dubuffet di opere al di fuori dei circuti culturali e di tendenze alla moda è diventata negli anni sempre più corposa. Anche grazie all'attività della Compagnie de l'Art Brut, fondata dallo stesso Dubuffet assieme ad Andre Breton, Jean Paulhan e Michel Tapié. Dopo essere stata ospitta in Francia e negli Stati Uniti, dal 1975 la Collezione ha sede stabile a Losanna.

    Dubuffet ha anche coniato il termine Art Brut per indicare un arte praticata da coloro che, per una ragione o un'altra, sono sfuggiti al condizionamento culturale e al conformismo sociale: individui solitari, disadattati, ricoverati di ospedali psichiatrici, detenuti, emarginati... che comunque hanno prodotto opere altamente originali per contenuti ed opere.

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Qual è l’idea di questo podcast? Conoscere, intervistare e dialogare con professionisti della cura, esperti nella propria area di competenza, sull’onda del ”giornalismo utile”, porgendo loro domande a proposito della “pratica” quotidiana e trovare in essi un’altra fonte diretta di conoscenza parallela a quella strettamente scientifica, altrettanto essenziale.