Con questa intervista, intraprendiamo una nuova rotta per il progetto POPMed, che prenderà anche la forma di un podcast a cadenza mensile, incluso nell’iscrizione premium.
Qual è l’idea?
Conoscere, intervistare e dialogare con professionisti della cura, esperti nella propria area di competenza, sull’onda del ”giornalismo utile”, porgendo loro domande a proposito della “pratica” quotidiana e trovare in essi un’altra fonte diretta di conoscenza parallela a quella strettamente scientifica, altrettanto essenziale.
Viktor Frankl è stato uno psichiatra austriaco di origine ebraica, internato per più di 3 anni ad Auschwitz.
Frankl affrontò gli anni della prigionia con uno spirito da ricercatore, un po’ come il nostrano Primo Levi, con un approccio però più incentrato sugli stati interni dei deportati, come traiamo dalla lettura del suo famoso “Uno psicologo nei lager”.
Frankl, nel riferirsi alla sua logoterapia (una terapia basata sul senso), cita la famosa massima di Nietzsche “Chi ha un perché per vivere può sopportare quasi ogni come”.
Negli anni del secondo dopoguerra la logoterapia trovò tantissimi seguaci, ed è ancora oggi viva e vitale.
A questo proposito, abbiamo intervistato Daniele Bruzzone, docente universitario e presidente dell’Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana (qui il sito).
Bruzzone ci ha parlato di Frankl, della realtà della logoterapia in senso europeo, dei lavori migliori per approcciarsi all’autore, della portata “umana” di una terapia basata sul “senso”.
Frankl fu anche un grande psicoterapeuta: per chi volesse alcuni spunti in più da consultare (anche in senso “clinico”), qui un approfondimento su Il Foglio Psichiatrico.
Buon ascolto!